Le rose,
le mie,
hanno le spine forti
quelle di chi resiste –
altalenando il rosso
mentre piove –
anche sopra la roccia
anche senza quell’ acqua.
©LaScrittoressa
Le rose,
le mie,
hanno le spine forti
quelle di chi resiste –
altalenando il rosso
mentre piove –
anche sopra la roccia
anche senza quell’ acqua.
©LaScrittoressa
Semicerchi di vetro
su scuri affacci
piante a fiori vestite e mattino.
L’aria tradisce
tra le ore il passaggio –
cerate e maniglie i rumori
quattro giochi in silenzio
sull’erba l’abbandono –
mezzo cancello che non chiude
qualche colore rotto
senza le risate
delle corse dei bambini.
©LaScrittoressa
#inediti
L’equivalenza
giorno notte
dai vetri soltanto il vento muove
gli aghi di un pino –
copre lo spazio
una luce bianca
tra i passi svelti dei camici chiari
pianto e silenzio
il tempo scandito dalle ore
tra un dolore e l’altro.
Guardo intorno a dove resto –
luogo verdeazzurro di sale e di viole
rinasco ogni volta, le stanze antiche
odori vecchi rimasti uguali.
Gli anni s’addossano
sui giorni, le persiane
a perderne il colore – quelle vene
uno spartito di tempo
e parole madrelingua.
E tu invece dimmi:
Come lo calcoli il tempo che ti portano via?