Io, da zero a quaranta.

 

In questi quaranta

non solo ho accettato sfide, ho cercato sempre di combattere.

Ho riso, ho pianto, ho fatto cazzate, le ho rifatte, ho studiato, ho visto luoghi che mi hanno lasciato dentro non solo i ricordi. Ho chiuso, alcuni ricordi,  dentro cofanetti vecchi di biscotti antichi, dentro ci trovi ancora scontrini, carte di caramelle e dei primi viaggi in pullman. Ho tirato fuori la cattiveria quando era giunto il momento di dire basta,  di chiudere una parentesi che non avrebbe portato a nessun risultato.

Ho chiuso contratti, ho fatto drink (buoni), mi hanno insegnato l’arte del caffè e dei distillati,  ho conosciuto vini e cantine meravigliose, ho visto tantissime albe sul mare, ho visto il mare quasi ogni giorno per metà della vita,  ne porto l’odore dentro alla penna.

Ho scritto cose, ho letto e continuo a leggere libri, ho guardato pochissimo la tv perché ho una memoria visiva e preferisco immaginarmele le scene, magari leggendo.

Ho cercato l’amore, sempre, in ognuno. Ho visto star male, ho visto il dolore che a toccarlo capisci cosa sia e ammiri chi riesce a tirarsene fuori (io non so se ci riuscirei).

Ho ascoltato e cantato canzoni a volume altissimo,  perché quando gridi scarichi tutta la tensione che hai dentro. Ho persone stupende intorno a me, ho anche chi mi odia e vorrebbe vedermi crepare, ma io sono quella sensibile con la scorza dura, quella che non molla, quella che vuole vincere e se non arriva è perché non le interessa sul serio, quella che ad ogni costo vuole raggiungere gli obiettivi prefissi, conta poco l’età,  sono così,  un po’ cogliona per non riuscire a mentire mai, un po’ troppo diffidente per credere a tutti quelli che parlano tanto senza dire nulla.

Arrivata a quaranta, sono tutto ciò che avrei voluto essere ( moglie, mamma, una che scrive poesie) e non c’è stato bisogno di sfide, ho risolto soltanto me stessa e ho capito che la vita, tutta, va attraversata a testa alta e con la coscienza pulita,

e per chi ci crede, ringraziando anche dio.

E quindi, eccomi qui.

(Le foto sono dei primi venticinque…)

 

Sorridere agli anni

 

 

Di questo passato ricorderò le parole, lasciate su carta, il tempo che si è fatto silenzio, ascolto e vita che trattieni, fino all’ultimo, nonostante il suo peso.

Ricorderò anche la paura, di questa terra che trema, di questi colori che ti rassicurano, di una neve che in fondo mi abita ed ecco che mi riesce rimanere.

Rimango – tra il freddo di un inverno ogni anno nuovo, dove i luoghi che ricordo, congelati mi restano addosso, e per contrario mi scaldano.

Rimane anche l’avidità di chi ti giudica, parentesi triste di gente che ogni anno si ripete diventando luoghi di rovine che guardi con compassione.

Nella semplificazione di un anno migliore c’è l’augurio di amare la vita, di non avere paura della notte che preme contro i vetri chiusi, di essere leggeri senza gravitare oltre il superficiale. Di guardare oltre, oltre la banalità di ogni causa materiale, di ogni spicciola indifferenza, l’augurio insomma, di non tralasciare mai il motivo per un sorriso.

 

Il mio – Buon Natale

 

È stato un anno troppo lungo, con un giorno in più. Si quel 29 fa sempre una strana differenza.

Tanti gli eventi, tante le parole, troppe le circostanze da superare, da scavalcare, da aggiustare per ricominciare.

Non lo so se ogni Natale porta davvero con sé quella pace che si spera, così come la giustizia di cui si parla, rimanendo delusi alla fine perché il giusto è spesso qualcosa di soggettivo mai uguale per tutti.

Credo che la vera serenità venga da dentro, nessuno può portarla, nessuno può regalartela, nessuno può riuscire a togliertela, è solo faticoso raggiungerla.

Poi c’è l’accettare, gli eventi esterni, la natura in cui viviamo, lo spazio a cui non pensi mai fin quando non ti scuote talmente tanto da farti sentire che è sempre stato vivo, magari in attesa, di mettersi comodo.

Ma tu non lasci, non molli, non ti scoraggi. Lo fai per chi hai intorno,  per i figli, per l’amore, per un tempo che ti piega, perché su quella curva c’è un nuovo inizio, c’è un nuovo giorno, un nuovo anno e nuovi Noi, con uno in più,  con un giorno in meno ma con la bellezza di un sorriso che non dovrebbe mai mancare.

Perciò è con il sorriso che auguro a tutti non solo un buon Natale, un nuovo anno tutto da arredare, un tempo fermo dove ricominciare, ma quella serenità così difficile da raggiungere, così importante da non poter non avere.

Perché non sia soltanto un giorno, ma tutti fino al prossimo –

Auguri…

 

Restare – Resistere – Ricominciare

Le lettere

Ci si arrangia, ci si organizza, si cerca di sorridere proprio al di là di quel nonostante tutto che fa paura.

Ci sono situazioni nella vita che devi superare, ogni giorno la stessa vita ti mette alla prova e tu resisti, ti pieghi, non puoi spezzarti quando hai dei figli, non puoi concederti il lusso di abbandonarti all’angoscia perché devi avere un sorriso di scorta ad ogni loro sguardo.

Puoi piangere solo di notte, quando vegli, per sicurezza, per non farti trovare impreparata al costante appuntamento con questo instabile movimento che fa vacillare ogni certezza. Piangi perché non sai che cosa accadrà ancora, se finirà, se ritornerà come prima, o perché sai che niente sarà più lo stesso, in ogni caso, è un lusso che puoi concederti quando le luci sono brevi e nessuno ti vede, perché devi fare anche coraggio agli altri, perché con la pancia di sette mesi se sorridi tu magari riesci a farci credere anche qualcun altro.

Fuori tutto è diverso, persino l’aria, calda a novembre, un cielo chiaro, che mente, che aspetta.

Quando ti ferisce la terra, la tua, non è come la fine di un amore, non puoi odiarla, cerchi di capirla, cerchi di tenerla nonostante si allontana, si sfalda, si apre, scende, cede, ti squote tutti i progetti di una vita intera, i sogni, le aspettative, gli spazi, i luoghi.

Ti ritrovi in un posto nuovo, cambiato. Ti ritrovi cambiata anche tu. Guardi la distruzione e pensi che forse potrà essere più bello non appena rimesso a posto, magari con qualcosa in più. Poi trema di nuovo, ma non rinunci, ti aggrappi a quello che hai avuto sempre dentro: la tenacia delle tue origini da cui non ti stacchi, non te ne vai, ti tiri su le maniche e riparti.

Come è stato scritto in questi giorni, saremo testardi, ma è  proprio questo che ci ha dato la forza di ricominciare ogni volta, che poi sia il tartufo, i vincisgrassi, il ciauscolo o il varnelli (come citato da Valentina Palmarucci ) poco importa.

Mi piace pensare che l’amore per questa terra la fermerà prima o poi.

E a gennaio l’altro mio bambino che nascerà saprà già che niente è gratuito, che la tranquillità te la devi sudare e lo stare in bilico su quel famoso filo della vita potrebbe averlo imparato già da dentro la pancia in questi mesi e dai suoi fratelli invece l’insegnamento ad aggrapparsi e non mollare mai.

Impari a tenerti forte, impari la forza di una stretta che protegge.

Forse il segreto sta proprio nel non stancarsi di ricominciare e la forza, tutta, nel crederci ogni giorno.

 

(Parentesi)