Una domenica delle Palme

lo sport

 

Un continuo correre, la vita. Fatta di strategie anch’essa, un po’ come lo sport, per non sparire,  per non morire.

Era bello, il cielo di aprile, quel tempo. Scuro dopo i mesi, senza quel presente che sfuggiva incerto. E gli occhi, di quelli in cui ti riguardavi poi, come vetro contro un muro. Ogni cosa infranta, ogni tempo portato via, come l’acqua, pioggia, quella domenica, di un venerdì, quel posto, lo scuro, gli altri, nessuno, e rimani, tu.

Nessuno ci crede. Rinasci, ricomponi, rimetti in sesto, ritenti, le crepe in superficie a graffiare, lo strato incollato a freddo, attento, a lungo.

E ritorni, più forte, più donna, chissà se più giusta, chissà se più grande. Con tutta la fretta di chi ha paura di non fare in tempo, perché questo tempo, gli ha tagliato una strada.

Ora, con le mani serrate, a tenere, a guarire, a piazzare un nuovo domani che ritorna come avrebbe dovuto essere, senza inciampi, senza tunnel, senza stanze bianche, senza fiori, senza condizionali.

Tra poco, sarà di nuovo giorno ed il buio non farà più paura.

Tra poco, le ferite svaniranno, lasciando il posto alla vita, che questa volta, nascerà.

(“una domenica delle Palme”)

(in foto- la seconda sorella: Chiara Gelosi)

 

 

nVite

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Ci sono storie

che diventano vere senza libri.

Poi ci sono libri,

che raccontano storie, oltre la verità.

 

Questo è #nVite

Una raccolta di racconti brevi e non solo, ci sono vite, di tutti, di molti. La bellezza di ritrovarsi in tante righe, perché è come averle vissute, sul ciglio dei giorni e poi, la bellezza di esserne parte.

(La casa vuota, Silvia Gelosi)

Gemma Edizioni

Gemma Edizioni

Amazon nVite

Parallele

Parallele

Sai, ci sono cose, a cui spesso si pensa, riflettendo su come sarebbe potuto essere, del perché non sia capitato, o se fosse realmente accaduto poi, chissà se avrebbe cambiato o no alcune delle circostanze, delle conseguenze, delle aspettative.

Ci si cerca,  in fondo, nei pensieri che l’insonnia culla, al buio, la notte, attorno al silenzio che cammina scricchiolando sui pavimenti delle altre stanze, quando fuori ogni cosa dorme e l’orologio di qualche piazza conta le ore, lente, sì perché al contrario del giorno, il tempo è più lento. Mastica lo scuro rendendolo liquido solo all’alba.

“Dov’eri? Perché non eri lì con me?”

“Eh, sai, perché a volte, a volte succedono cose strane… tipo quei mancati collegamenti del destino, che per una fatale o ignara concatenazione di eventi sposta traiettorie…rendendole vicine sì, una di fianco all’altra, ma parallele. Ed ecco che accade, accade di non potersi abbracciare mai, e poi si sa, si sa che tanto è meglio così, perché è come quella storia degli occhi, una volta entrato, se ne esci, lo puoi fare solo a pezzi, senza ritornare più come prima….”

(paragrafi sparsi)

Contrasti

Contrasti

Di contrasti e altre luci.

 

Giorni di contrasti, non solo su colori.

Uno spazio ad imbuto, un risucchiare dentro la terra ogni suono, come un nome e nei minuti scolorire, lentamente.

Gridi lontani chiusi, che un bianco porta via. C’è vento, un’aria inspessita dalla neve sciolta e vai incontro al tuo tempo, di parole, di credenze e giustizie diverse che alcune leggi, sembrano non condividere.

Arrendersi?

Mai. Neanche stessi per morire. Anche in fin di vita, io sono colei che si aggrappa alle sponde del letto, non mi piacciono i tunnel  e neanche il buio, quindi, non lascio.

Non lascio la presa, in tutto.

Testardaggine? Forse.

E’ che le cose bisogna dirle, se non si sentono gridarle e se nessuno ascolta, allora ancora più forte.

Sono stata sempre una bambina poco loquace, timida, a cui hanno sempre frainteso i sentimenti, i silenzi. Del mio tacere hanno fatto ogni cosa, credendomi stupida.

A metà vita ho scelto di dire. Poco importa se darà fastidio, non può far male più del falso la verità, o anche lo facesse, è un male che cura.

Non ho intenzione di curare, però voglio vivere e se per vivere devo farmi spazio tra le menzogne dell’opportunismo allora eccomi. Io non mi cancello, io avrò quello per cui lotto ogni giorno, con o senza accondiscendenza, perché ho deciso che la mia felicità non può essere sospesa sopra un filo di instabilità mentale di chi scuote la coda senza mai sapere ciò che vuole.

Io lo so quello che voglio e ho deciso di riprendermelo.

 

 

Confini

linee

 

Ci sono delle linee che ci appaiono come confini, sfocate dalla luce quando viene a mancare.

Spazi, dove tutto intorno stringe, ci fa grandi mentre gli anni sono sempre gli stessi.

Non si diventa grandi quando aumenta il tempo, non si è consapevoli perché cresciuti.

Si rimane bambini finché si resta prigionieri dei sogni e per non impazzire si corre, si cerca, si fa di tutto per non crescere, tutto, nel contrario di un volere. Perché quando l’hai realizzato scompare e tu sei diventato un adulto.

L’astuzia sta nel guardare il sogno che cambia, come te in ogni nuovo confine, calpestare la strada senza guardare troppo in là, rischiando d’inciampare. Allora ogni nuovo giorno sarà un confine da raggiungere perché ce ne saranno di nuovi e li chiamerai viaggi, ché un viaggio non è una vacanza, ma ciò che t’insegna chi sei e ti fa scoprire che vuoi.

(Paragrafi)