Di quelle lune, di quelle sere, di questa estate.
Di ritagli incollati, di urgenze accantonate, di nuovi domani pure se uguali, di fatto, ai ieri.
Di giorni in cui i momenti sbagliati, i luoghi, i gesti e le voci troppo alte chiudevano l’aria, a coprire fumo. E ancora il nodo, dal cappio stretto non scioglie…
Il dolore sparpagliato, pezzi di vetro che a muoversi troppo tagliano ancora.
Quest’aria nuova però, medica il silenzio imparato, cura ferite a sangue fermo ed io, continuo a camminare.
Continuo a credere che quando finirà la sua risata, vedrò passare questo tempo senza incrinature, vedrò lei, di ritorno dal suo fare, con in tasca quello che le spetta.
Non voglio il resto. Solo indietro ciò che ognuno da.
(Paragrafi)