Reggersi in piedi qui –
che con il vento può spargersi ma non muoversi
che con il tempo può cambiare senza tremare.
E ti senti al sicuro.
(Poi ci sono gli sguardi verso ovest, le montagne, l’estate che scende in fondo, la luce della sera dietro quel grosso pino, i panni stesi, il tempo che corre, le ore che si sbriciolano, i bimbi che dormono, i ricordi che affiorano, i rumori che si fermano, lo spazio che si stringe, il vento che smette, giugno senza mare, un agosto che ricordi, una speranza che non molla, le case senza luci, le crepe che s’allargano, la gente andata via, quei pochi che son rimasti, il cuore di chi dona, la scuola che finisce, i desideri appesi ai palloncini.
Tu che resti, sembra tutto uguale, sembra ogni giorno diverso.
E poi chissà, se ad ottobre riusciremo almeno a sentire il rosso dell’autunno senza dormire vicino alle porte.
Intanto chiedi al cielo un azzurro che ti protegga, senza l’eco che fa la notte quando passa tra le pareti.)
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