C’è chi si fa fare le carte per sapere che cosa accadrà, convinti di vincere, c’è chi vive giornalmente ancora come faceva in giovinezza, nonostante la mezza età, c’è chi si fa prendere dalle responsabilità e ne rimane vittima.
C’è chi usa la cattiveria che dentro cova per decidere che “quelle persone” non dovranno mai essere felici, c’è chi ama perché lo sa fare, c’è chi guarda tutte le sfumature della bellezza, in ogni sua forma, e magari riesce a coglierne l’essenza sul serio.
C’è chi deve accettare, chi non accetterà mai, chi si pente, chi usa i figli per i loro scopi, chi li fa per assicurarsi che gli rimanga qualcosa in pugno dopo che l’altra persona, scoperto l’errore scapperebbe senza lasciare tracce.
C’è chi osserva, chi capisce e chi non riuscirà mai a capire, chi si arrende e chi combatte fino a che ha forza per restare in piedi.
C’è chi scrive, chi crea, chi disfa.
Di tutto questo la vita si riempie, si aggiusta, si rovina, si ammala.
Guardi, il mondo è tutto diverso, il tempo si calcola in “accessi” ed “eccessi”, non più in pause. Tutto è concentrato sull’apparire, sull’avere, sul denaro che è il mezzo per accedere a tutto quello che si vuole. Ogni cosa si compra. Anche i pareri, anche gli affetti.
Negli ultimi anni ho visto gente priva di ogni scrupolo crearsi un patrimonio con i soldi dei sacrifici di altri, perché nella loro il sacrificio più grande è lavorare.
Ho visto gente cercare di distruggere le vite degli altri soltanto perché credevano in una ragione che si ripetono come un mantra, quando il mondo ride alle loro spalle sapendo ciò che essi credono che nessuno noti.
Ho visto gente fare figli per convenienza, senza riuscire a stargli vicino perché l’amore non riesci ad impararlo con il dovere.
Ho visto donne rovinare matrimoni e farne uno scudo d’ipocrisia per prendere ciò che non sempre è dovuto.
Ho visto donne forti, donne che lottano ogni giorno con tutta l’ostilità della società intorno, con i soldi che non ci sono, con le rinunce di ogni mattina ammesse davanti allo specchio, con la convinzione che tutto come un cerchio alla fine si chiuderà ed avranno il loro riscatto in una vita fatta di “più avanti magari”.
Ho visto l’amore, negli occhi di chi ama, quell’amore che non si descrive perché non ci sono parole abbastanza forti per raccontarlo.
Ho riconosciuto i doveri, quelli fatti con cura, non pesanti, quelli di chi “ognuno ha i suoi compiti”.
Ho visto la vita, negli occhi dei figli che ti aiuteranno sempre a crederci, se li sai guardare, se li sai amare.
Per questo oggi, sono consapevole del fatto che di tutto il male ricevuto ne ho tratto una consapevolezza interiore difficile da scalfire.
Alla fine grazie a tutto questo ho capito la differenza tra il vero ed il falso, tra la circostanza e il caso, l’evidenza dal dubbio.
Mi guardo allo specchio e sono felice, nonostante le difficoltà economiche, nonostante la cattiveria di chi ti vuole vedere a terra ed io no, io sono ancora in piedi, ancora a testa alta. Perché è la dignità che ti fa camminare dritto, quando non hai nulla da nascondere, quando non hai quei segreti fatti di giochi sporchi che ti pesano sulle spalle come macigni, curvandoti avanti, rischiando di scivolare persino sulle belle foto con gli amici.
No, io non ho nulla da nascondere, io sono così come si vede.
Non so se riuscirò mai a realizzare i miei sogni, ma se lo farò saprò di non aver preso i soldi di qualcun altro, non avrò pesi sulla coscienza, non avrò i miei figli che mi guarderanno schifati per le menzogne che nel corso del tempo verranno fuori inevitabilmente. Perché le bugie vengono sempre fuori, sempre.
Chissà se ognuno nella propria vita ha veramente ciò che si merita. Forse no, perché i meriti si chiamano tali quando hanno un fondo di bene, chi lo fa con l’inganno e con la presunzione di usare ogni mezzo per raggiungere scopi che danneggiano altri no, non sono meriti, sono appropriazioni indebite. Ma tant’è.
Ognuno ha la sua croce, basta sapere come portarla.
Io ho imparato a fermarmi ogni tanto e a ballarci intorno, sorrido, la guardo e la coloro, la riprendo e continuo a farmi strada tirando dritto.
Rido di chi ride di me, perché queste persone ce l’hanno dentro la croce, non riusciranno mai a portarla e si vede da fuori come un segno.
Tutto il resto, lascio che scivoli come la pulizia che fa l’acqua, il tempo, quando lava via lo sporco che tu non puoi togliere.
(Parentesi di un luglio qualsiasi, di un tempo qualsiasi, di una vita qualsiasi che osserva l’arrotolarsi dei cerchi concentrici di un ritorno all’origine del vero, scomparso)