“Sai farmi l’amore con le parole,
tu
che mi spogli, di me,
intanto che il buio
graffia
l’altra foto di noi.”
No, non posso guardarti.
Perché ogni volta inghiotto un respiro che mi fa mancare l’aria dentro.
Poi ti leggo e immagino di sentire la tua voce, profuma di tempo sospeso, di sigarette accese dentro notti insonni.
Immagino tutti i giorni che hai vissuto, li guardo come in un racconto.
Poi guardo me, i miei, bruciati, strappati, fuggiti, bevuti, scuciti, rattoppati e ritornano gli stessi odori di fumo e acciaio, quello che scotta la lingua, poi i suoni, i balli sopra i giorni da cambiare, non come previsto.
Pezzi che non combaciano, come parallele, ad inseguirci in questo ultimo girone, noi e se inferno o paradiso rimane, non sparire.
Non potrò mai toccarti ma almeno lasciati guardare mentre cammini, più in là, nella tua striscia chiusa, da cancelli di scuse.
(Paragrafi sparsi di racconti incompleti)