lo spazio poesia di settembre

creare spazi in cui si parla di poesia è necessario, perciò, a distanza di un paio di mesi, con il mio consueto ritardo per via del tempo che mi stringe costantemente la gola, scrivo del festival, dell’aperitivo in versi, per ringraziare l’Associazione Liberamente di Petriolo che mi ha dato la possibilità di organizzare questo evento in cui, insieme a Norma Stramucci, Cinzia Canale, Roberto Marconi, Roberto Sagripanti, Simone Sanseverinati, Marco Plebani, abbiamo letto e dialogato sulla poesia.

Come ricordo di questa occasione, ho selezionato centocinquanta poesie di donne, dal novecento fino ad oggi, che ognuno ha potuto portarsi a casa come ricordo di questa occasione. 

Perché soltanto donne? – prendo spunto da un libro curato da Isabella leardini – poetessa  anche lei e curatrice di una raccolta di testi delle più importanti potesse del 900, di cui non tutti siamo a conoscenza, purtroppo. La maggior parte di noi infatti  conosce Ungaretti, Montale, Sereni, che si studiano a scuola, ma in pochi conoscono ad esempio Ada Negri, Amalia Guglielminetti, Lalla Romano, Fernanda Romagnoli, Margherita Guidacci, Nella Nobili e molte altre. La maggior parte di queste donne sono state escluse dal canone della poesia, eppure anche loro hanno pubblicato con grandi editori, diretto riviste, ecc.

 Nonostante siano state lette, ascoltate, sostenute o criticate dai loro colleghi e amici, sono state comunque rimosse. Allora ho voluto dare un piccolo contributo alla decostruzione di un pregiudizio, chiamiamolo così, perché le poetesse del 900 (come quelle attuali d’altronde) danno voce anche alle donne. E io penso, anzi credo, che certi testi debbano essere degni di restare, di essere quindi ricordati come ricordiamo la casa dei doganieri, mi illumino d’immenso e altre. Perché non ci dovrebbe essere il riflesso di un vizio di sguardo come capita ancora oggi, loro, queste donne, in quel tempo in cui erano private della possibilità di studiare, di scegliere cosa leggere, hanno comunque scritto e lo hanno fatto con gli strumenti che avevano a disposizione, in quella “stanza tutta per sé” che nella maggior parte dei casi purtroppo non avevano.  Io dico sempre che la poesia è viva,  la lingua ha un potere reattivo, le parole ferite possono e devono portare una riattivazione, devono rifiorire. Gian Mario Villalta dice “la poesia è una lingua che viene da più in là della nostra conoscenza linguistica, è una lingua che non si sa” infatti crea ponti tra le persone lontane secoli, è viva proprio perché porta un altro tempo. La verità che portano questi testi è una verità del corpo, ogni poesia è verità inviolabile.

Ho voluto appendere delle frasi che potessero far entrare dentro alla poesia. Infatti, nel percorso e nella discesa per arrivare alla splendida fonte antica, con la collaborazione di Giada, della sua arte con i fiori, abbiamo lasciato che arrivassero a toccare quel pendolo sonoro che ci detta il ritmo, anche nella poesia. Che cos’è, dunque, la poesia? Anna Maria Farabbi ad esempio dice che “la poesia è sostantivo, sorge, si fa sostanza femmina plurale e voce plurale poiché attraversa il corpo di chi la canta e di chi la riceve, sia essa fiato o scrittura. Pluralizza, cioè rende plurali, vivifica le interiorità plurali dell’io, impone l’esistenza del tu e del noi, anche dell’assenza. Il canto prima di essere inchiostro è vento, oralità: Tramanda”. Maria Grazia calandrone in una sua intervista ha detto una cosa che mi è rimasta molto impressa e vorrei condividerla con voi, lei dice che “la poesia ha un potere musicale oltre che letterario, non ha una funzione immediata e proprio per questo riesce a spingere le persone a riflettere,  a esplorare pensieri e sentimenti che altrimenti rimarrebbero nascosti. La poesia ha il potere di connettere le persone superando l’odio e la paura che spesso dominano la società contemporanea. Proprio per questo motivo ho sempre considerato la poesia un’azione politica, un modo per resistere e contrastare le tendenze divisive della nostra epoca,  proprio in momenti come questi la poesia diventa una forma di resistenza indispensabile”.

Ecco, per me la poesia è indispensabile, nonostante non serva a niente (dicono). È una verità che viene donata e quindi una Condivisione / Ti dice di te degli altri e del mondo / è un processo di nominazione  perché oppone alla generalizzazione l’esattezza della parola dopo essersi messi in ascolto. Infatti, importantissimo è il tempo che c’è prima della scrittura, un viaggio, una distanza per poi elaborare quella frattura e tirarla fuori. La poesia non dà risposte ma si pone le domande giuste per interrogarsi insieme a te. È una estrema forma di libertà. L’universalità della poesia è ciò che permette all’altro di riconoscersi in quello che legge. Purtroppo viene letta sempre poco proprio perché non è intrattenimento, ecco allora l’importanza, secondo me, di creare spazi come questi dove poterne parlare.

Ringrazio davvero di cuore i poeti che sono intervenuti, ringrazio chi si è fermato ad ascoltarci, alla cantina Mùrola che ci ha fatto degustare gli ottimi vini, alla pasticceria Righi per l’accompagnamento sempre impeccabile.

Grazie a tutti❤️

(Foto di Cinzia Canale e Lucia Ilari)

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