Mem – (tredicesima lettera)
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Trentotto, il numero da moltiplicare per quaranta –
l’aderenza del veleno alle spaccature – per l’esondazione senza distillazione.
L’armistizio, prima dell’indulto.
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Ho guardato per anni l’esondazione, l’avvelenamento,
la contaminazione delle cose che credevo di proteggere.
Quaranta settimane per sentire un suono sordo che non so
se può chiamarmi per davvero, le quaranta moltiplicazioni ripetute
senza il giudizio della purificazione, soltanto per ripetere l’errore.
E non ho imparato neanche la distillazione, sono io la causa
del veleno, senza antidoto ho fatto piovere non pensando allo straripamento
al riassorbimento di tutti i tempi stuprati, ho chiuso l’uscita, perché
quel veleno non entrasse ancora; aderisce alle pareti, fa spessore, ora.
Qui dentro sono tutta a pezzi, la spaccatura ha rotto gli argini e guarda
tutti i miei peccati adesso, questo poter credere di creare, invece
di trasformare ciò che non si plasma, le braccia stanche, la fatica
di stare sempre in una eterna notte, la paura del buio quando
sta cambiando anche me, lo vedi? Adesso sto crollando piano
nel silenzio dei giorni, sotto strati grezzi che sto mettendo in riga,
pagina dopo pagina, lettera dopo lettera per arrivare a comprendere
il significato vero, il posto giusto che mi faccia restare.
Mi accordo.
Mi fermo.
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#alfabetoebraico
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