Ma guarda come confina adesso dicembre, con questa luce pulita, con l’aria che sa – di neve – e di tutte le cose cadute.
Non lo senti il rumore dei cocci sul fondo? Un inciampo, la notte, tutto questo calpestare le rovine, un male alla gambe inutile per qualcosa che non si aggiusterà più.
Tutte le cose che sai
Le notti, quelle in cui tira vento come adesso, quelle in cui scricchiola tutto e non dormi perché i pensieri si arrotolano l’uno sull’altro e sei costretta ad aprire gli occhi ogni volta, ogni volta che s’incanala tra i viottoli e fa sbattere le catene dei canali di scolo dei balconi, mi torno in mente. Mi torna in mente com’è che ero, senza filtri, senza fili, senza niente che potesse tenermi, solo gli ideali e qualche punto malfermo.
Non lo sapevo che cosa avrei fatto da grande, non lo so neanche adesso, di sicuro volevo andarmene. Poi la vita accade il più delle volte mentre le cose ti portano via, ti allontani troppo come chi non teme la distanza, invece.
Allora ti racconto degli anni scorsi, del tempo svergognato che ha spogliato ogni mio giorno per non morire senza un rimpianto e mi rendo conto che è una fratellanza lo sguardo sulle cose, tutto quello che ci accomuna alla terra nostra. Perché quando ti dico del mare è lo stesso che vedevi tu, quando ti racconto di quella strada, di ogni posto, tu ne conosci il nome e tante cose non te le devo spiegare, tu le sai. Quando provieni dallo stesso luogo sembra quasi un appartenersi, è la voce del gergo, è qualcosa che sta negli occhi, qualcosa che proteggi per non rompere la strada.
Si deve cadere molte volte per capire come camminare tra gli scogli vero? Che vuoi che ti dica ora, qui ce ne sono tanti, non ho mai avuto le scarpe giuste per non inciampare, il vento passa tra la montagna e scopre tutta la collina qui schiaffeggiando ogni parte scura. L’aria è troppo alta.
Non ho più il mare adesso.
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[appunti del non viaggio]
#recember
Tutti i miei passi li ho sempre misurati credendo di sapere la direzione giusta.
Ho sbagliato strade, vie, luoghi.
Ho una parete piena di scarpe di ogni tipo, indosso sempre le stesse adesso, ci vuole un certo modo per tornare ad esistere, ci vogliono le scarpe giuste per riuscire a camminare senza inciampare in questo posto che non mi appartiene.
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#recember
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#frammenti
Marina
Il rimbalzo delle cose ormai mi ruota attorno.
Esco dal buio per riportarmi a casa e le parole, quelle sono la riconquista, mi abita adesso una voce sola, densa.
So che la distanza giusta è questa, l’eco delle mie ossessioni non ritorna, qui mi specchio senza il rovescio dello scarto; lascia stare mi dici e come un sasso, quando affonda, le guardo sprofondare.
La sopravvivenza è una palude, e tu mi insegni il passo, il piede giusto e attento, l’eleganza di proseguire sopra tutti questi cocci.
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Ma guarda i rossi di ottobre
Ma guarda il rosso di ottobre come profuma l’aria pulita, come fa chiaro questo spazio dopo la pioggia, dopo l’ultimo inverno e ancora dopo, quando hai scoperto di esistere.
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