Sai, ci sono cose, a cui spesso si pensa, riflettendo su come sarebbe potuto essere, del perché non sia capitato, o se fosse realmente accaduto poi, chissà se avrebbe cambiato o no alcune delle circostanze, delle conseguenze, delle aspettative.
Ci si cerca, in fondo, nei pensieri che l’insonnia culla, al buio, la notte, attorno al silenzio che cammina scricchiolando sui pavimenti delle altre stanze, quando fuori ogni cosa dorme e l’orologio di qualche piazza conta le ore, lente, sì perché al contrario del giorno, il tempo è più lento. Mastica lo scuro rendendolo liquido solo all’alba.
“Dov’eri? Perché non eri lì con me?”
“Eh, sai, perché a volte, a volte succedono cose strane… tipo quei mancati collegamenti del destino, che per una fatale o ignara concatenazione di eventi sposta traiettorie…rendendole vicine sì, una di fianco all’altra, ma parallele. Ed ecco che accade, accade di non potersi abbracciare mai, e poi si sa, si sa che tanto è meglio così, perché è come quella storia degli occhi, una volta entrato, se ne esci, lo puoi fare solo a pezzi, senza ritornare più come prima….”
(paragrafi sparsi)