Il buio per me non rassicura.
Ogni promessa mai mantenuta ha il segno verticale della gabbia grigia dalla finestra sola, l’ombra rimane a righe e io ho allungato le mani tre volte al serpente che tagliava le vene di ogni braccio femmina.
Non potrai più scrivere aveva detto a me, eppure ho cercato di guarire come potevo, toccando le ferite ad una ad una per sentire se davvero mi avrebbe fatto male ancora, senza mai davvero sanguinare.
Sono un vuoto che fa eco allora, adesso urlo al mondo da una carta bianca, lo strappo di quegli anni, lo sterminio di un amore maltrattato e ti dico che sono ancora viva, sono il taglio netto nel punto esatto, quello più stretto dove gira la clessidra vuota, ferma al quattro marzo del novantacinque.
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[appunti del non viaggio]
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©LaScrittoressa
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[Photo by Michele Mobili in Photo Elisa Gelosi]
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