Mi accorgo di sbagliarlo, il tempo. Ne sento la mancanza, a volte, è un filo giallo legato male che al primo vento si scioglie e va dove vorrei io, quell’io che non sono più io e quindi per riprenderlo addio, ci metto un sacco ed ecco perché non ho mai tempo per via del tempo che perdo a raccogliere i pezzi dell’io ingrato, strappato, ricostruito là dove non è più casa non è più cosa non è più quello che pensavo sarebbe diventato.
Allora mentre mi guardo intorno quasi quasi mi viene voglia di ricominciare, di ricominciare a crederci.
Poi passa e continuo a cucinare.
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[appunti del non viaggio]
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